pH in una coltivazione

Pubblicato il 21 marzo 2024 alle ore 15:01

Il pH è una misurazione della concentrazione di idrogeno. Più è basso e più una sostanza è acida, più è alto e più è basica/alcalina. Il pH 7 è considerato neutro e per intenderci è quello dell'acqua pura (appena distillata).

In generale in una coltivazione di canapa è consigliabile mantenere un pH più acido inizialmente ed alzarlo progressivamente fase per fase, per una questione di assorbimento di nutrienti.
In coltivazioni indoor o comunque in vaso è sempre consigliabile misurare pH, perchè avere il pH sballato può compromettere l'intero ciclo. In linea di norma più piccolo è il vaso e più importante è misurare il pH.

In campo aperto invece, tra precipitazioni, microrganismi,  ecc, il terreno ha un sistema di autoregolazione e di conseguenza non è strettamente necessario (ma è sempre e comunque consigliabile). In questo caso è più importante, prima di iniziare la coltivazione, fare un'analisi del terreno (almeno misurare il pH ed EC) in modo da acidificare o alcalinizzare il terreno in base alle necessità.

Perchè il pH è così importante per le nostre amate piante?

Se si supera o si va al di sotto l'intervallo di pH indicato, le piante subiranno uno stress (proporzionale a quanto è "sballato" il valore pH) e alla lunga si ha un blocco dovuto al fatto che le radici non riescono ad assorbire i nutrienti.
Un pH squilibrato è quindi uno dei motivi per cui si ha un blocco radicale e di conseguenza di tutta la pianta. Ma è anche uno dei motivi per cui si può avere una carenza nutrizionale di uno o più elementi.
Se non si misura e corregge il pH della soluzione, queste carenze saranno visibili nelle foglie, per determinate macchie e colorazioni che si presentano, diverse a seconda dell'elemento che la pianta non riesce ad assorbire. Se il problema del pH non viene risolto, l'elemento che sembra mancare non viene assorbito anche se presente nel substrato, perché la pianta è, come scritto sopra, bloccata.

I valori ideali

L'intervallo di pH ideale dipende non solo da fase a fase, ma anche in base alla tecnica usata, e specialmente dal substrato.

Con un substrato inerte inoltre, il pH non ha alcun mezzo con cui viene tamponato. Ciò significa che un valore sbagliato avrà un impatto immediato sulla pianta. In terra invece, si ha più spazio di manovra. Rimane in ogni caso un valore importante da tenere sotto controllo, perché ci permette di escluderlo dalle cause nel caso di blocchi radicali o carenze nutritive. Se si utilizza un substrato specifico con pH corretto e si misura e corregge il pH della soluzione nutritiva, correggere eventuali carenze è molto semplice.

In generale il pH ideale deve rimanere nei seguenti intervalli:

in terra tra 6 e 6,5;

in idroponica tra 5,5 e 6,2.

L'importanza del pH di scolo

Può essere utile controllare il pH del runoff: se è più alto di quanto impostato nella soluzione, indica una buona assimilazione dei nutrienti, quindi l'apparato radicale è sano e ben funzionante. Se invece dovesse essere più basso, indica che ci sono dei problemi a livello radicale.

In linea di norma comunque, il pH di scolo non dovrebbe differire di più di +/- 0,5 rispetto alla soluzione immessa.

Sarebbe opportuno controllare una volta a settimana il pH del runoff, in modo da controllare che sia il più vicino possibile al pH della soluzione. Se il pH inizia a scendere troppo potrebbe essere che non si stia irrigando abbastanza per la quantità di nutrienti accumulati: si risolve il problema semplicemente irrigando di più o cercando di avere più runoff tra una irrigazione e l'altra. Ciò significa che l'EC nel substrato scenderà un pò, ma così si riesce riportare il pH al valore corretto.

Qui puoi trovare gli strumenti per misurare il pH (ed EC, di cui parleremo in un'altra guida), e le soluzioni per calibrarli.

Buona coltivazione a pH corretto!